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#LaLigaGate: il blocco della pirateria diventa un pericolo pubblico, Cloudflare avverte: “Spero che nessuno muoia”

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Quella che doveva essere una battaglia contro la pirateria è diventata una minaccia per la libertà digitale e la sicurezza online. Il CEO di Cloudflare, Matthew Prince, ha lanciato un allarme durissimo: i blocchi imposti dagli ISP spagnoli su ordine de LaLiga stanno rendendo inaccessibili milioni di siti innocenti, inclusi servizi di emergenza e risorse critiche.

“Spero che nessuno muoia”, ha dichiarato Prince su X, commentando l’effetto collaterale devastante di una strategia di blocco “folle”, che si basa su IP condivisi e colpisce indiscriminatamente l’intero ecosistema web.

Da 150 siti pirata… a milioni di danni collaterali

La campagna di blocco IP di massa, lanciata da LaLiga per contrastare la pirateria, ha preso di mira poco meno di 150 piattaforme illegali. Ma secondo i dati forniti da hayahora.futbol e le dichiarazioni di Cloudflare, il danno reale coinvolge milioni di siti non coinvolti, compresi quelli di piccole imprese, associazioni e persino ospedali.

Il blocco non distingue più tra obiettivo e danno collaterale. E la situazione, secondo Prince, è destinata a peggiorare.

Una strategia “insensata” che può costare vite umane

Prince è stato chiaro: “Bloccare interi intervalli di IP condivisi significa impedire l’accesso anche a contenuti cruciali come quelli legati alla salute pubblica o all’assistenza in caso di emergenza.”

Il CEO di Cloudflare teme che non sia più una questione di “se”, ma di “quando” una persona non riuscirà a raggiungere un sito vitale, con conseguenze potenzialmente mortali.

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Il sito di protesta LaLigaGate.com bloccato

Ironia della sorte, anche il sito LaLigaGate.com, creato per denunciare la situazione, è finito nel mirino della censura. Non è ancora chiaro se si tratti di una decisione deliberata o dell’ennesimo effetto collaterale del blocco di massa, ma il messaggio è forte: nessuno è al sicuro da questa rete di censure digitali.

Un dialogo mai iniziato

LaLiga accusa Cloudflare di non collaborare, ma secondo Prince l’azienda sarebbe sempre stata disponibile. Il vero problema? L’ingiunzione ricevuta da LaLiga, applicata senza alcun preavviso a Cloudflare, impedendo una difesa legale e il rispetto delle normali procedure internazionali.

La risposta (fredda) di LaLiga

José Ignacio Carrillo de Albornoz, responsabile globale della protezione dei contenuti per LaLiga, ha affermato che il rispetto della legge è fondamentale, e che solo con la collaborazione di tutti gli attori digitali si potrà sconfiggere la pirateria.

Tuttavia, la domanda scomoda resta: può la difesa dei diritti d’autore giustificare il rischio di bloccare risorse salvavita?

Conclusione

La campagna #LaLigaGate non è più solo una questione di calcio e pirateria. È diventata un caso internazionale di censura digitale e di responsabilità civile. Se non si troverà presto una soluzione, il costo umano — come suggerisce Matthew Prince — potrebbe essere altissimo.

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