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La stampa francese dichiara guerra ai siti di notizie generate dall’IA

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Le leggi sul diritto d’autore nate per tutelare l’industria audiovisiva stanno affrontando la loro sfida più complessa: contenuti giornalistici saccheggiati da intelligenze artificiali e ripubblicati da siti “fantasma”. A scatenare l’allarme è stata news.dayfr.com, una piattaforma attiva dal 2021 che, grazie a un mix di scraping e IA generativa, produce fino a 6.000 articoli al giorno… copiati.

Il sito, già noto per riformulare articoli appena pubblicati dai principali quotidiani francesi, è finito nel mirino di una coalizione di 40 editori, tra cui La Dépêche du Midi, Sud Ouest, La Montagne, Le Télégramme e altri, tutti riuniti nell’“Alliance”. L’11 febbraio 2025 è partita la causa: l’obiettivo? Bloccare l’accesso a questo “plagiatore automatizzato” direttamente dagli operatori telefonici.

Un algoritmo con il vizio del copia-incolla

La homepage di news.dayfr.com è un esempio lampante di plagio automatizzato su scala industriale. Interi articoli vengono copiati o riscritti superficialmente e pubblicati sotto un dominio dall’apparenza legittima. Spesso gli stessi giornalisti scoprivano che il loro pezzo veniva duplicato pochi minuti dopo la pubblicazione. Il sito è persino finito tra le fonti di Google News, grazie a sottili trucchi SEO e all’uso di domini recuperati da testate defunte.

Ma non è solo una questione di plagio: le “allucinazioni” dell’IA usata dal sito creano notizie false, che vengono poi riprese su Wikipedia e altre fonti online, alimentando un ciclo di disinformazione incontrollato.

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Il blocco legale e la resistenza degli ISP

Il 7 maggio 2025, il Tribunale di Parigi ha dato ragione agli editori, ordinando ai principali ISP francesi – Orange, SFR, Free, Bouygues – di bloccare completamente l’accesso a news.dayfr.com per 18 mesi. Tuttavia, il cammino non è stato semplice: alcuni operatori hanno sollevato dubbi sulla proporzionalità della misura, chiedendo garanzie precise per evitare abusi.

La Corte ha però stabilito che la piattaforma violava chiaramente il diritto d’autore, sottolineando che l’identità dell’operatore del sito è deliberatamente oscurata – sfruttando servizi come Cloudflare – e che l’attività del sito non lascia dubbi: pubblicazione sistematica di contenuti protetti, spesso senza nemmeno modifiche rilevanti.

Un blocco che potrebbe non bastare

Subito dopo la sentenza, news.dayfr.com ha rimosso gli articoli segnalati e attivato un nuovo sottodominio: euro.dayfr.com. E questo è solo l’inizio. Gli editori temono che, anche con l’ordine di blocco, la rete di siti clonati basati sul CMS Mubashier – un sistema automatizzato e preconfigurato diffuso in Medio Oriente – continui a proliferare in nuove versioni, magari ospitate in Germania, dove è più difficile intervenire legalmente.

Questo CMS consente la creazione immediata di siti “news” fasulli, progettati per acquisire articoli originali da altri portali, rielaborarli in pochi secondi e arricchirli con pubblicità, backlink SEO o persino tentativi di diffusione malware.

Una battaglia più ampia all’orizzonte

Il caso francese non è isolato. È un campanello d’allarme per l’intera industria dell’informazione. La sfida ora non è più solo contro la pirateria classica, ma contro una rete invisibile di IA che imita, copia e monetizza, senza etica né controllo.

E se da un lato gli editori hanno ottenuto una vittoria legale, la vera battaglia sarà fermare l’idra digitale che si rigenera a ogni dominio bloccato. Serviranno più risorse, cooperazione internazionale, e soprattutto una strategia tecnologica all’altezza di chi sa usare l’IA… per rubare informazione e fiducia.

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