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Deep Web e Dark Web: cosa sono, differenze e come accedervi in sicurezza

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Avete mai sentito parlare di Deep Web e Dark Web come se fossero misteriosi abissi digitali? Questi termini evocano scenari di hacker mascherati e contenuti segreti sotto la superficie di Internet. In realtà, il web che usiamo ogni giorno – il cosiddetto Surface Web o web di superficie – è solo la punta visibile di un enorme iceberg. La maggior parte dei contenuti online giace nascosta sotto il livello indicizzato dai motori di ricerca, in un territorio perlopiù legittimo chiamato Deep Web.

Al di sotto ancora, in una zona ancor più nascosta e accessibile solo con strumenti particolari, si trova il Dark Web, spesso al centro di miti e leggende metropolitane. In questo articolo approfondiremo cosa sono davvero Deep Web e Dark Web, quali sono le principali differenze tra i due, come vi si può accedere e con quali precauzioni. Verranno forniti esempi concreti, verranno sfatati alcuni falsi miti e si concluderà sull’importanza di una consapevolezza digitale per navigare in sicurezza anche i lati più nascosti di Internet.

Deep Web: il lato sommerso del web

Il Deep Web (in italiano “web profondo”) indica tutte le pagine e i contenuti di Internet che non vengono indicizzati dai motori di ricerca tradizionali. In altre parole, si tratta di contenuti online che Google, Bing e altri motori non riescono a trovare, sia perché protetti da password o restrizioni, sia per loro natura tecnica. Questo comprende una quantità enorme di informazioni: secondo alcune stime, il Deep Web costituirebbe tra l’89% e il 96% dell’intero Web. Ciò significa che ciò che vediamo nella navigazione quotidiana (il Surface Web) è solo una piccolissima frazione del totale.

Rappresentazione metaforica del Web come un iceberg: la parte emersa rappresenta il Surface Web visibile e indicizzato, la massa sommersa è il Deep Web e una porzione ancora più nascosta in fondo rappresenta il Dark Web.

Cosa comprende il Deep Web

È importante chiarire che Deep Web non è sinonimo di contenuti illeciti o pericolosi. Anzi, gran parte del Deep Web è composta da siti e servizi perfettamente legittimi e di uso quotidiano. Fanno parte del Deep Web, ad esempio, tutte le pagine che richiedono autenticazione o credenziali per essere visualizzate, come la casella di posta elettronica, l’area personale del vostro home banking, i documenti salvati su cloud privati, i profili social privati, i forum o archivi interni accessibili solo a utenti registrati. Anche molti contenuti dinamici (generati al volo da database) o siti web appena creati che i motori di ricerca non hanno ancora scoperto rientrano nel Deep Web. In breve, il Deep Web è l’“internet invisibile” ai motori di ricerca, spesso perché nascosto intenzionalmente o per motivi di privacy, ma non per questo illegale o oscuro di per sé.

Un esempio spesso citato per capire la differenza: se cercate su Google la pagina del vostro account bancario personale o i messaggi privati di Facebook, non troverete nulla, perché quei contenuti non sono indicizzati – fanno parte del Deep Web. Tuttavia, chiunque abbia l’URL esatto e le credenziali appropriate può accedervi tramite un normale browser, dal momento che non sono reti separate, ma semplicemente pagine non elencate pubblicamente. In sostanza, il Deep Web è l’insieme di tutte le risorse online che “sfuggono a Google” – spesso per scelta (protezione tramite login) o per limiti tecnici – e rappresenta la naturale estensione nascosta del web di superficie.

Dark Web: la darknet anonima e come accedervi

All’interno del vasto Deep Web esiste un sottoinsieme più ristretto e particolare chiamato Dark Web. Il Dark Web è costituito da una serie di siti web e servizi che oltre a non essere indicizzati, non sono nemmeno accessibili tramite i normali browser o protocolli Internet. Per visitare il Dark Web è necessario usare software e browser speciali che sfruttano reti anonime cifrate. Il caso più famoso è il network Tor (The Onion Router), da cui proviene il dominio “.onion” tipico degli indirizzi Dark Web. Attraverso Tor, i dati vengono instradati in forma crittografata attraverso vari nodi sparsi nel mondo (a strati come una cipolla, da cui il nome onion), rendendo difficile risalire all’identità e alla posizione dell’utente.

In altri termini, il Dark Web è la porzione del web accessibile solo tramite reti anonime come Tor, pensata per garantire un alto grado di privacy sia a chi visita sia a chi ospita i contenuti. Si tratta di un sottoinsieme molto più piccolo del Deep Web: stime della NASA indicano che esistono solo poche decine di migliaia di URL Dark Web, un numero minuscolo se paragonato ai trilioni di pagine del Web totale.

In origine, tecnologie come Tor furono sviluppate in ambito militare e accademico (dal Dipartimento della Difesa USA) per consentire comunicazioni sicure e anonime. Dal 2004 Tor è diventato pubblico e uno strumento fondamentale per proteggere la privacy online, aggirare censura e sorveglianza. Oggi conta milioni di utenti nel mondo (circa 2 milioni attivi ogni giorno), tra cui attivisti, giornalisti, cittadini di paesi autoritari e persone comuni attente alla propria riservatezza.

Come si accede al Dark Web (Tor e browser speciali)

Accedere al Dark Web richiede dunque strumenti dedicati. Il metodo più comune è utilizzare il Tor Browser, un browser gratuito basato su Firefox, modificato per instradare tutto il traffico attraverso la rete Tor. Basta scaricare il Tor Browser dal sito ufficiale del Tor Project ed eseguirlo come un normale browser: esso automaticamente si collega alla rete anonima e consente di visitare sia i siti comuni sia quelli con dominio .onion. Inserendo l’URL .onion di un sito nell’apposita barra degli indirizzi di Tor Browser, si potrà raggiungerlo in relativa sicurezza. I domini “.onion” sono sequenze alfanumeriche complesse generate crittograficamente (esempio inventato: abcd1234efgh5678.onion) e non funzionano con Chrome, Firefox o altri browser tradizionali. Solo tramite Tor (o alternative come I2P e Freenet, altre reti darknet meno note) si può stabilire la connessione a questi servizi nascosti.

Va sottolineato che il Dark Web non è una rete separata a sé stante, ma una collezione di siti/servizi che usano Internet attraverso protocolli di anonimizzazione. Con Tor Browser, ad esempio, è possibile anche navigare sul Web normale (Surface Web) mantenendo l’anonimato, oltre che accedere ai contenuti .onion del Dark Web. Esistono persino motori di ricerca dedicati al Dark Web – come Torch, OnionSearch, Not Evil – che indicizzano una parte dei siti .onion, anche se lontanamente dall’efficacia di Google. In generale comunque, trovare informazioni nel Dark Web non è semplice: spesso bisogna conoscere in anticipo l’indirizzo esatto o affidarsi a directory specializzate, poiché la ricerca “alla cieca” è difficoltosa (i normali motori non funzionano in quel contesto).

Deep Web vs Dark Web: differenze principali

Deep Web e Dark Web vengono spesso confusi, ma non sono la stessa cosa. Il Deep Web comprende tutto ciò che non è indicizzato dai motori di ricerca. Parliamo della maggior parte dei contenuti online, come email, database privati e aree riservate di siti web. Sono pagine non visibili su Google, ma accessibili con un normale browser, se si ha l’URL corretto o le credenziali.

Il Dark Web è invece una piccola parte del Deep Web. Raccoglie siti e servizi intenzionalmente nascosti, raggiungibili solo con software specifici come Tor. Non basta conoscere l’indirizzo: serve una rete anonima per accedervi.

In termini di dimensioni, il Deep Web è enorme (circa il 90% del Web). Il Dark Web è invece molto più piccolo, con poche decine di migliaia di siti attivi.

Anche i contenuti sono diversi. Il Deep Web ospita materiale legittimo: documenti, piattaforme aziendali, archivi cloud, messaggi privati. Il Dark Web può contenere servizi leciti, ma è noto soprattutto per attività anonime e spesso illecite, come mercati neri o forum di hacker.

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Contenuti legittimi e attività illecite nel Dark Web

Non tutto ciò che si trova nel Dark Web è illegale o pericoloso, contrariamente a quanto molti pensano. Ci sono interi siti e servizi legittimi che scelgono di esistere in versione Dark Web per sfruttare i benefici di privacy e anonimato. Ad esempio, organizzazioni per i diritti umani, testate giornalistiche e whistleblower (informatori) utilizzano il Dark Web per comunicare in modo sicuro e anonimo. Il noto quotidiano investigativo ProPublica ha una versione del proprio sito accessibile via .onion, pensata per permettere l’accesso a lettori e fonti in paesi repressivi.

Persino Facebook ha lanciato nel 2014 una versione del social network sul Dark Web, per consentire l’uso della piattaforma attraverso Tor alle persone che necessitano di maggiore riservatezza. Esistono anche forum, servizi di messaggistica cifrata, librerie digitali, radio web, e comunità online perfettamente lecite che operano su darknet. In tutti questi casi, l’intento non è delinquere, bensì garantire libertà di espressione, aggirare censura, o proteggere dati sensibili. In sintesi, il Dark Web può essere visto anche come uno strumento positivo quando usato da attivisti, giornalisti o cittadini sotto regimi autoritari per comunicare e informarsi senza paura di essere sorvegliati.

Dall’altro lato della medaglia, è indubbio che il Dark Web ospita anche numerose attività illecite e contenuti estremi. Proprio l’anonimato garantito da Tor e simili attrae criminali e trafficanti che vogliono operare lontano da occhi indiscreti. Il Dark Web è tristemente famoso per i mercati neri online, piattaforme in cui si commerciano droghe, armi, documenti falsi, dati rubati e altri beni o servizi illegali. Un esempio storico è Silk Road, il primo grande mercato nero del web nascosto, dove per anni si poteva acquistare di tutto (stupefacenti, armi, falsi documenti, persino servizi criminali) pagando in Bitcoin, finché l’FBI non lo ha chiuso nel 2013.

Da allora sono sorti molti altri black market che vanno e vengono, spesso con nomi come AlphaBay, Dream Market, Hydra, etc., a riprova di un fiorente commercio illecito nel Dark Web. Oltre ai marketplace, forum di hacker offrono malware, numeri di carte di credito rubate e servizi di attacchi informatici a pagamento. Purtroppo, negli angoli più bui esistono anche contenuti ripugnanti come pornografia infantile e materiali violenti illegali – la cui sola detenzione costituisce reato. È importante notare che queste attività rappresentano una parte del Dark Web, ma non la sua totalità: spesso sono quelle che fanno notizia, contribuendo alla reputazione sinistra di questo spazio online.

In definitiva, legittimità e illegalità coesistono nel Dark Web. Si passa da siti come la versione .onion di BBC News, creata per offrire notizie libere in paesi censurati, ai negozi virtuali di droga o armi. La differenza sta nell’uso che se ne fa: il Dark Web è solo un mezzo, e può servire tanto a scopi leciti quanto a scopi criminali. È fondamentale avere questa visione bilanciata per evitare sia di demonizzare totalmente lo strumento (che ha anche utilità sociali), sia di sottovalutare i pericoli reali che vi si annidano.

Rischi principali e precauzioni per una navigazione sicura

Esplorare il Dark Web non è per tutti. I rischi sono reali e vanno affrontati con attenzione. Il pericolo principale è finire su contenuti illegali o scioccanti. Alcuni link, anche se sembrano innocui, possono portare a immagini disturbanti, video estremi o siti truffaldini.

Ci sono anche mercati neri e forum criminali. Entrarci senza esperienza può esporre l’utente a truffe o, peggio, a problemi legali. Tentare di comprare qualcosa di illecito può attirare l’attenzione delle autorità.

Un altro rischio concreto è il malware. Alcuni siti sul Dark Web sono progettati per infettare chi li visita. Basta scaricare un file sbagliato o aprire un documento compromesso per ritrovarsi con un virus, un ransomware o un keylogger nel computer.

Anche l’anonimato non è garantito al 100%. Tor protegge la privacy, ma non è infallibile. Le forze dell’ordine monitorano attivamente il Dark Web e spesso conducono operazioni sotto copertura.

Infine, anche chi non fa nulla di illegale può essere a rischio se non protegge bene la propria identità digitale. Basta una disattenzione per attirare attenzioni indesiderate o compromettere la propria sicurezza.

Fortunatamente, esistono precauzioni di buon senso che riducono i rischi e permettono un’esplorazione più sicura di questi meandri nascosti. Ecco alcuni consigli base sulla sicurezza per chi volesse avventurarsi sul Dark Web in maniera responsabile:
  • Usa il software giusto e aggiornato: scarica Tor Browser solo dal sito ufficiale e tienilo sempre aggiornato. Non utilizzare versioni modificate o software dubbi.
  • Abilita le impostazioni di sicurezza: Tor Browser di default disabilita plug-in come Flash e script potenzialmente pericolosi; mantieni queste impostazioni elevate. Evita di installare estensioni extra nel browser Tor.
  • Non scaricare file sospetti: come regola generale evita di scaricare documenti, PDF, video o programmi dal Dark Web. Se proprio devi, aprili offline in un ambiente isolato, perché potrebbero contenere malware.
  • Proteggi la tua identità: non rivelare informazioni personali (nome, email reale, account social) mentre sei sul Dark Web. Usa pseudonimi e credenziali create appositamente. Non utilizzare le stesse password che usi altrove.
  • Valuta l’uso di una VPN: anche se usare una VPN non è obbligatorio, alcuni preferiscono collegarsi a Tor tramite VPN per aggiungere un livello extra di privacy (nascondendo all’ISP il fatto che stai usando Tor). Scegli una VPN affidabile, senza log, se decidi di farlo.
  • Utilizza un ambiente separato: l’ideale sarebbe navigare dal Dark Web da un computer dedicato o una macchina virtuale/Tails OS live, isolata dal resto delle tue attività quotidiane. In questo modo, eventuali infezioni o leak avranno impatto minore.
  • Stai attento alle truffe: nel Dark Web chiunque può essere anonimo, quindi i raggiri sono all’ordine del giorno. Non fidarti di offerte mirabolanti, siti clone o persone che chiedono pagamenti anticipati. Verifica informazioni da più fonti.
  • Rispetta la legge: sembra banale dirlo, ma ricorda che fare cose illegali resta illegale anche sul Dark Web. Comprare o vendere materiale illecito, scaricare contenuti criminali o partecipare ad attività di hacking ti mette a serio rischio legale. La privacy di Tor non è una garanzia di impunità – vari cybercriminali sono stati arrestati grazie a errori o operazioni sotto copertura.
Seguire queste regole di base può mitigare significativamente i pericoli. In particolare, la prudenza nel non scaricare file e nel non divulgare i propri dati è fondamentale. Approcciando il Dark Web con una mentalità attenta, informata e con gli strumenti adeguati, si può esplorarlo minimizzando le probabilità di incorrere in guai.

Miti da sfatare sul Dark Web

Attorno al Dark Web circolano molte leggende e idee errate, alimentate dalla sua aura di mistero e da rappresentazioni esagerate in film e serie TV. Ecco alcuni dei miti più comuni da sfatare:
  • «Tutto sul Dark Web è criminale o immorale.»
    Mito! In realtà, come visto, esistono anche siti legittimi sul Dark Web: organi di informazione, servizi di messaggistica sicura, blog di attivisti, ecc. Non è solo un covo di criminali. Certo, vi abbondano attività illecite, ma dipingere l’intero Dark Web come esclusivamente malvagio è sbagliato.
  • «Il Dark Web è enorme, molto più grande del Web normale.»
    Mito! Al contrario, il Dark Web è minuscolo rispetto al Web di superficie. Si stima che contenga solo poche decine di migliaia di siti, contro i miliardi di siti indicizzati su Google. L’idea di un “vasto mondo sotterraneo” è dovuta più all’immaginario collettivo che alla realtà.
  • «Accedere al Dark Web è illegale di per sé.»
    Mito! Navigare sul Dark Web tramite Tor non costituisce reato. È perfettamente legale usare strumenti di anonimato e visitare siti .onion. Diventa illegale ciò che si fa eventualmente sul Dark Web (es: acquistare merci illegali, partecipare ad attività criminali). La tecnologia Tor fu originariamente sviluppata per scopi leciti (protezione della privacy) e il suo utilizzo è legittimo.
  • «Appena entri nel Dark Web verrai hackerato o spiato.»
    Mito! Navigare con buon senso sul Dark Web non implica di venire automaticamente attaccati. Se si usano strumenti aggiornati (Tor), non si scarica nulla e si evitano comportamenti rischiosi, la navigazione in sé può avvenire in relativa sicurezza. È vero però che i pericoli esistono (malware, phishing) e che l’utente inesperto può cadervi: per questo servono prudenza e protezioni, come abbiamo spiegato. Ma non c’è un “hacker pronto a bucarvi il PC” su ogni sito .onion di per sé.
  • «Il Dark Web è stato creato/controllato dalla CIA o da altre agenzie segrete.»
    Mito! Spesso film e serie TV lasciano intendere complotti in cui il Dark Web sarebbe una trappola governativa. In realtà, il Dark Web non è gestito da CIA o FBI: la sua origine è legata a progetti di ricerca accademici e militari sì, ma mirati a sviluppare comunicazioni sicure in rete. Ad oggi, il Dark Web è un insieme di nodi e server distribuiti globalmente, non sotto il controllo di una singola entità. Le agenzie possono monitorare certe attività o infiltrarsi, ma non “possiedono” il Dark Web.
  • «Le Red Room esistono davvero.»
    Mito (probabilmente)! Le cosiddette Red Room – siti dove si trasmetterebbero in diretta torture o violenze su commissione, dietro pagamento – sono da anni parte del folklore sul Dark Web, ma non ci sono prove concrete della loro esistenza reale. Ogni tanto spuntano storie e link sospetti, ma spesso sono bufale o tentativi di scam. L’idea delle Red Room prospera nell’immaginazione horror, ma con ogni probabilità è una leggenda metropolitana.
Come si vede, molta della fama sinistra del Dark Web è gonfiata da misconception e racconti sensazionalistici. Questo non significa che sia un posto “tranquillo” – abbiamo visto che i rischi reali non mancano – ma è importante distinguere la realtà dai miti. Sapere che, ad esempio, il Dark Web non è infinito ma anzi limitato, o che non è intrinsecamente illegale entrarvi, ci aiuta ad affrontare l’argomento in modo razionale. Allo stesso tempo, capire che serie TV e video virali spesso esagerano o inventano dettagli (come le Red Room) è fondamentale per non lasciarsi suggestionare eccessivamente.

Conclusione: l’importanza della consapevolezza digitale

In conclusione, Deep Web e Dark Web rappresentano i “lati nascosti” di Internet – mondi paralleli al web di superficie che tutti conosciamo. Il Deep Web è semplicemente tutto ciò che non vediamo tramite una ricerca Google, ma che usiamo quotidianamente quando accediamo a contenuti privati online. Il Dark Web, invece, è un ambiente più esclusivo e anonimo, con lati affascinanti (come la libertà da censura) e lati oscuri (le attività criminali). Conoscere queste differenze è il primo passo verso una consapevolezza digitale più matura: ci permette di non avere paure infondate, ma anche di non sottovalutare i pericoli reali.

Navigare nel Dark Web non è per tutti e non andrebbe fatto per semplice curiosità o brivido, senza la dovuta preparazione. Tuttavia, demonizzarlo a priori sarebbe un errore: come ogni tecnologia, è neutra, e diventa buona o cattiva a seconda di chi la usa e come la usa. Per la maggior parte degli utenti, il Dark Web resterà probabilmente un luogo di cui leggere in articoli come questo più che da visitare in prima persona – ed è giusto così, se non se ne ha una necessità concreta. L’importante è che il pubblico generalista comprenda cosa sono davvero questi termini, al di là dei sensazionalismi: sapere che esiste un “web sommerso” in gran parte innocuo (Deep Web) e una “rete oscura” anonima (Dark Web) dove convivono libertà e illegalità.

In un’epoca in cui la sicurezza informatica e la privacy online sono temi sempre più cruciali, essere informati su Deep Web e Dark Web contribuisce alla nostra educazione digitale. La conoscenza aiuta a difendersi da possibili minacce (ad esempio, sapere che i nostri dati rubati potrebbero finire venduti nel Dark Web, ci incentiva a proteggerli meglio) e al tempo stesso a utilizzare consapevolmente gli strumenti di anonimato se mai ce ne fosse bisogno.

Consapevolezza e informazione sono le armi migliori: solo facendo luce sugli angoli bui di Internet possiamo sfatare i miti, evitare i pericoli e magari sfruttare il lato positivo della rete nascosta quando serve, senza farci dominare dalla paura. In definitiva, il vero segreto per navigare in tutti i mari del web – da quelli in superficie a quelli profondi – è conoscere ciò con cui si ha a che fare e mantenere sempre alta l’attenzione sulla propria sicurezza online.

Fonti: CyberSecurity360, Key4Biz e BitMAT.

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