Chat Control e Protect EU: la distopia digitale che l’Europa vuole imporci

Mentre l’Unione Europea si riempie la bocca di diritti e democrazia, nei suoi corridoi si pianifica l’attacco più insidioso alla libertà digitale dei cittadini europei. Si chiama Chat Control 2.0, ed è solo la punta dell’iceberg. Sotto il nome rassicurante di “protezione dei minori”, si cela un progetto di sorveglianza di massa degno di un regime totalitario.
La proposta, già respinta in passato grazie all’indignazione pubblica (e all’opposizione di alcuni Stati, ma non dell’Italia, assente ingiustificata), è tornata. Ma questa volta sotto una nuova veste, ancora più subdola: si chiama Protect EU, un piano strategico che promette sicurezza e giustizia… a costo di eliminare ogni forma di privacy.
Sorveglianza globale e chat violate
Il piano prevede di bypassare la crittografia, sorvegliare le chat private in tempo reale, accedere ai dispositivi personali e monitorare ogni scambio digitale. Tutto con la scusa di “facilitare le indagini”. Ma questa non è giustizia: è schedatura di massa, è trattamento di ogni cittadino come potenziale criminale.
A supervisionare tutto c’è un misterioso gruppo chiamato “Going Dark” (non è uno scherzo: è il vero nome ufficiale), formato da esperti sconosciuti, i cui nomi sono stati censurati in un documento ufficiale. Il gruppo ha lavorato a porte chiuse, ignorando le richieste di partecipazione della società civile. Chi ci governa pretende di smantellare la nostra privacy, ma tiene gelosamente nascosta la propria identità.
Conflitti di interessi e lobbying mascherato da moralismo
Dietro a Chat Control si muovono forze oscure: come Thorn, un’organizzazione americana che sviluppa software per identificare materiale pedopornografico e che, nonostante si presenti come “non-profit”, vende licenze a caro prezzo anche a governi stranieri. Coincidenza? No. L’UE potrebbe approvare norme che spalancherebbero le porte a questi software invasivi, con profitti milionari per pochi soggetti.
La commissaria svedese Ilva Johansson, promotrice del progetto, risulta in contatto diretto con Thorn. E nel gioco entra anche Europol, che vorrebbe usare lo stesso sistema per qualunque reato. Si inizia con i pedofili, si finisce a intercettare chiunque osi dissentire.
Le assurdità tecniche (e legali)
Tra le perle partorite da questo gruppo spunta una proposta assurda: iniettare un “utente fantasma” nelle chat private o far scaricare aggiornamenti che disattivano in segreto la crittografia. Sì, proprio quella crittografia che ci viene venduta come garanzia di sicurezza.
Non solo: il report di 51 pagine che riassume il lavoro del gruppo suggerisce la reintroduzione della famigerata “Data Retention Directive” (bocciata dalla Corte di Giustizia UE nel 2014 perché lesiva dei diritti fondamentali) e pretende che i fornitori di servizi consegnino i dati in chiaro, senza compromettere la crittografia. Un controsenso che dimostra l’assurdità tecnica e l’ignoranza o malafede di chi sta scrivendo queste norme.

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Verso un’Europa sotto controllo
Se questo piano venisse approvato, ogni cittadino europeo potrebbe essere spiato in tempo reale. Le app di messaggistica sarebbero costrette a introdurre backdoor. Alcune, come Signal, hanno già annunciato che preferirebbero abbandonare il mercato europeo piuttosto che compromettere la sicurezza dei propri utenti.
Intanto, i governi nemici e gli hacker ringraziano: le backdoor create per “proteggerci” saranno inevitabilmente sfruttate anche da chi ha intenzioni ben più pericolose. Già in passato, software creati per le forze dell’ordine sono stati violati e usati per attacchi governativi.
E tutto questo… a cosa serve davvero?
Le prove dicono che la sorveglianza di massa non riduce i crimini, ma alimenta un sistema autoritario che colpisce indiscriminatamente. I falsi positivi, gli abusi da parte di aziende, la criminalizzazione del dissenso: è questo il futuro che vogliamo?

Cosa possiamo fare
Abbiamo tempo fino al 18 giugno per commentare pubblicamente la proposta della Commissione Europea, che al momento riguarda i metadati ma che – come scritto nero su bianco – punta ad accedere anche ai dati crittografati.
👉 Visita il sito della Commissione Europea e commenta
👉 Firma la petizione su https://stopchatcontrol.eu
👉 Condividi video, articoli, lettere aperte. Ne va della libertà di tutti.
Se non ci opponiamo ora, domani sarà troppo tardi. La sorveglianza non è protezione: è controllo.
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